Analisi Transazionale (AT)
“Tutto quello che succede tra “ciao” e l’ “arrivederci” rientra
nella struttura di una teoria specifica della personalità e
delle dinamiche di gruppo, che è anche un metodo terapeutico,
conosciuto come Analisi Transazionale”. (Berne)
Fondata da Eric Berne (1910-1970), l’AT è una delle più diffuse teorie della personalità umana, del comportamento sociale e un sistema ampio di psicoterapia.
E’ stata ideata alla fine degli anni 1950 e da allora si è sviluppata e diffusa nei 5 continenti.
Il grande merito di Eric Berne (http://www.aiat.it/linea5/ericberne.php) è stato quello di aver elaborato un sistema di psicologia altamente semplificato che può essere insegnato a tutti (bambini e adolescenti compresi).
La sua teoria prende il nome di "Analisi Transazionale" per il fatto che si interessa dei meccanismi con cui gli individui interagiscono tra loro; meccanismi da lui definiti "transazioni".
Per transazione, pertanto, si indica qualsiasi scambio che avviene tra due o più persone: un dialogo è una serie di transazioni, così come lo può essere uno scambio di gesti di affetto. (http://www.viveremeglio.org/psicolog/anatran1.htm#introduzione)
L’AT si basa sui seguenti principi filosofici:
- ognuno è OK
ogni persona, per il fatto che esiste, è ok indipendentemente da ciò che ha fatto, fa, da ciò che è stato; il suo essere ok non dipende dai risultati e performance.
L’ok resta a prescindere che una persona si usa in modo disfunzionale; è importante che ci sia OK anche verso se stessi, i propri limiti (proteggersi, perdonarsi, riconoscersi nelle fragilità)
- ognuno ha la capacità di pensare
ogni persona può fare la sintesi di sé stesso (“solo io posso dire chi sono autenticamente”). Questa capacità c’è e resta indipendentemente dal fatto che venga utilizzata
- ognuno decide e sceglie il proprio destino
ogni persona può sempre cambiare ciò che ha scelto ovvero RIDECIDERE; il cambiamento è l’effetto di una decisone e di una modalità di funzionamento.
“…E noi vediamo che, anche se gli uomini non sono delle cavie da laboratorio, spesso si comportano esattamente come loro. Talvolta vengono messi in gabbia, trattati come delle cavie, strumentalizzati e sacrificati al volere dei loro padroni. Ma molto spesso la gabbia ha la porta aperta, e l’uomo non dovrebbe far altro che uscirne, se lo volesse. Se non lo fa, di solito è il suo copione che ve lo trattiene. La gabbia ha un aspetto familiare e rassicurante, e dopo aver dato un’occhiata alla vastità del mondo della libertà, con tutte le sue gioie e i suoi pericoli, l’uomo torna indietro, in gabbia con tutte le sue leve e i suoi bottoni, ben sapendo che se impara a schiacciarle, e schiaccia quella giusta al momento giusto, gli saranno assicurati cibo, alcool e ogni tanto anche un po’ di emozioni. Ma una persona così ingabbiata vive sempre nella speranza o nella paura che una qualche forza superiore, il “Grande Sperimentatore o Gran Computer”.
(Berne)